Sunday, April 29, 2012

Numero centodiciotto

Torino, 30 aprile 2012 - Numero centodiciotto


Sembra facile fare una sottrazione con una addizionatrice... Ecco il seguito delle "istruzioni per l'uso" della Comptometer: l'ultima (per ora) delle MAP Crumbs.

Numero centodiciassette

Torino, 29 aprile 2012 - Numero centodiciassette


"Invero nelle società umane gli elementi utili che le costituiscono non soggiacciono mai a completa distruzione, non sono cioè né possono essere annientati, ma o allo stato latente o allo stato attivo, o in forma di persone vive o nelle opere parlate, scritte, stampate, dipinte, scolpite, operate insomma in qualsiasi guisa e sotto qualsiasi forma, durano nell’organismo del quale siano parte naturale ovvero acquisita. Anche quando una istituzione cade, una persona muore, non scompaiono in tutto gli effetti derivati dal fatto solo della loro esistenza in un dato momento; si può dire con espressione biblica che perisce soltanto la figura dell’istituzione o della persona – transit figura. E se cotesti elementi utili li consideriamo come altrettante quantità dell’energia che avviva ogni organismo sociale, saremo condotti a scorgere che nel mondo delle nazioni c’è qualche cosa d’analogo alla legge della conservazione dell’energia che impera nel mondo della natura. D’analogo, dico, non d’identico. Certo non si può affermare che la somma delle quantità costituenti l’energia totale d’un aggregato sociale non possa essere aumentata né diminuita da qualsivoglia mutua azione degli elementi che lo compongono. Ma anche nel mondo delle nazioni, dato un momento qualunque della sua esistenza, vi è costanza nelle svariate guise della vita ch’esso vive; di quella forza attiva cioè che si estrinseca nella scienza, nell’arte, nella economia, nell’etica, nel diritto, nella religione. E intanto vi è questa costanza e sino a tanto dura in quanto e sino a quando gli elementi della composizione abbiano carattere organico, siano cioè coefficienti necessari dell’organismo, compiendovi funzioni utili. I quali elementi, come ho testè accennato, possono essere non solo originari nell’organismo, ma eziandio acquisiti. Infatti la scienza di un popolo, la sua arte, la sua economia, la sua etica, la sua religione e via dicendo contengono quasi sempre coefficienti che provengono da altre genti e si mescolano agli elementi dell’energia vitale propria di quel popolo e vi durano con pari costanza di quelli e subordinati alle medesime condizioni. [...]
"La più squisita se nono sempre la più vigorosa forma dell’energia sociale è quella da cui si sprigiona la luce intellettuale che dall’uomo irradia su tutto quanto esiste, è lo spirito scientifico. Il quale, com’è propria caratteristica dell’energia, compie un lavoro scoprendo il vero; vince la resistenza dissipando l’ignoranza. Il lavoro è duplice: lavoro d’investigazione che riesce alla teoria; lavoro di operazione che applica la teoria. E chiamo forma dell’energia sociale lo spirito scientifico a doppio titolo: perché dall’organismo sociale è prodotto e perché il lavoro che esso compie è sempre, consciamente o inconsciamente, lavoro collettivo. Ogni scoperta della scienza pura, ogni invenzione della scienza applicata ha una storia d’indagini e di prove, di ipotesi e di tentativi, di verificazioni e di esperimenti, di successi definitivi o parziali e di insuccessi d’ugual sorta: lavoro molteplice, diuturno, incessante traverso anni ed anni, a volte traverso i secoli. La teoria cellulare di Schwann e Schleiden era stata predisposta da Gaspare Wolff, e la teoria protoplasmica che la distrusse si formò in più d’un secolo da Rösel von Rosehof sino a Massimiliano Schultze. La teorica della elettricità positiva e negativa soggiacque ad una faticosa elaborazione da sir Guglielmo Watson a Beniamino Franklin. La lista di coloro che lavorarono alla produzione e allo sviluppo della teorica della conservazione dell’energia è lunga dal conte Rumford a Maxwell. I precursori di Darwin sono una falange; di soli francesi il Quatrefages ne conta otto. E così dicasi di tante e tante scoperte degli scienziati. In quanto alle applicazioni degli inventori, le opere svariatissime che ne espongono le vicissitudini, da’più rozzi conati a’risultati più efficaci, sono di comune notorietà, trattisi di libri anedottici come quelli di Figuier e di Smiles o di opere d’elevata coltura, come quella del Reuleaux.Lavoro collettivo sì, ma però quelle teoriche e quelle invenzioni si designano come opere individuali di coloro che posero nella giusta direzione il moto dapprima errante del pensiero investigatore o ricercatore. E ben a ragione perché nelle menti di costoro, come luce in foco, il pensiero scientifico scintillato da quelle dei precursori e collaboratori si raccolse e concentrò, svolgendosene poscia più potente ed efficace a vantaggio di tutti, sia ne’ riguardi della speculazione sia in quelli dell’applicazione."


Dal discorso del Prof. Salvatore Cognetti De Martiis, professore di Economia e Legislazione Industriale alla Scuola di applicazione per gl'ingegneri, in occasione della solenne apertura degli studi dell’anno accademico 1894-’95 nella Regia Università di Torino, letto il 3 novembre 1894.

Saturday, April 28, 2012

Numero centosedici

Torino, 28 aprile 2012 - Numero centosedici 

 Due binari arrivano a Ozzano Monferrato...

 ... e dietro un passaggio a livello si scorge un'antica fornace



Un segnale indica "Il mondo delle miniere".
A quando una valorizzazione del sito?


Numero centoquindici

Torino, 27 aprile 2012 - Numero centoquattordici

Oggi si è chiusa la mostra "Cristallo polvere roccia", di cui nel seguito si riportano le fotografie di alcune vetrine e che ha avuto un grandissimo successo di pubblico negli spazi del Politecnico. In tarda serata tutte le vetrine erano ormai vuote in attesa di in nuovo evento.





Numero centoquattordici

Torino, 26 aprile 2012 - Numero centoquattordici

Finalmente il "MAP - MuseoArchivioPolitecnico" ha ottenuto il suo link nella home-page del Politecnico di Torino (nel banner di sinistra, in basso). Ci auguriamo tutti che quiesto sia il primo segnale di un  cambiamento che dovrà portare a un rinnovamento di una istituzione che almeno noi tutti riteniamo fondamentale per il nostro Ateneo.  Per ora si arriva alla vecchia pagina del CEMED, ma è in corso di allestimento un nuovo sito del MuseoArchivioPolitecnico, per ora ancora in fase sperimentale.
Si sta meditando di mutare la pagina facebook del "Daily MAP News", in una nuova pagina "MAP": si accettano consigli.

Tuesday, April 24, 2012

Numero centotredici

Torino, 25 aprile 2012 - Numero centotredici

Guglielmo (Willy) Jervis a cui è dedicata un'importante via di Ivrea che costeggia gli stabilimenti Olivetti era nato a Napoli il 31 dicembre del 1901 e si era laureato in ingegneria al Politecnico di Milano. Dopo una breve permanenza nell'esercito si era prima impiegato alla Frigidaire e nel 1934 era stato assunto alla Olivetti, prima diventando direttore dello stabilimento di Bologna quindi responsabile della formazione degli operai a Ivrea. Appassionato di alpinismo, presidente del CAI di Ivrea, con l'occupazione nazista dell?Italia aderì alla resistenza. Fuggito da Ivrea si rifugiò in Val Pellice dove entrò nelle fila di Giustizia e Libertà, ma fu catturato dalle SS l'11 marzo 1944. Tradotto in carcere, torturato, fu fucilato a Villar Pellice assieme ad altri quattro partigiani il 5 agosto 1944. Dopo la sua morte Adriano Olivetti chiese ai suoi familiari di "avere l'onore" di provvedere al sostentamento della moglie Lucilla Rochat e dei suoi tre figli.
Pochi conoscono invece le vicende della famiglia Jervis, che trovò profondi legami con il Museo Industriale Italiano. Thomas B. era cittadino britannico, cartografo e membro del War Office. Suo figlio e nonno di Willy, William Paget Jervis era nato in India, a Bombay nel 1831, ma per motivi di salute della madre si era trasferito in Italia, a Napoli. Cartografo e geologo, aveva compilato la carta geologica della Crimea, era stato garibaldino, ma aveva mantenuto la cittadinanza britannica. Autore di importanti saggi geologici tra cui Guida alle acque minerali d'Italia (Torino : Loescher, 1868) e  I tesori sotterranei dell'Italia (Torino : Loescher, 1873) era diventato docente all'Università di Torino e con la nascita del Museo Industriale Italiano ne era diventato il conservatore delle collezioni, rimanendo in tale carica sino al 1899. Sono gli anni in cui le collezioni si arricchiscono in naniera grandiosa sino a diventare una raccolta “assai grande, e tale da doversi ritenere come la più cospicua d’Italia, e forse di poco inferiore a quelle di altri Musei rinomati d’Europa”. William Paget sarà sostituito da Francesco Mazzola che morirà prematuramente nel 1901, lasciando vacante il posto per lungo tempo. Le collezioni nei primissimi anni del Novecento si continuano ad arricchire, ma la trasformazione che coinvolgerà il Museo Industriale e la Scuola di applicazione per gl'ingegneri, trasformandole nel 1906 nel Politecnico, porta definitivamente in secondo piano la dimensione museale dell'istutuzione. William Paget, di cui resta anche un parziale catalogo della biblioteca del Museo Industriale, morirà a Torino nel 1906.

Numero centododici

Torino, 24 aprile 2012 - Numero centododici

La mostra "Segni & lamiere" che si inaugurerà il 3 maggio alle ore 12 negli spazi espositivi del Politecnico in Corso Duca degli Abruzzi 24, oltre alle opere artistiche prodotte dall'Associazione "Senso del Segno" si sta arricchendo di contributi tecnologici prodotti da giovani ricercatori che operano alle frontiere pù avanzate dell'innovazione. Incisioni al laser su superfici di grafite ricoperte di diamante e effetti speciali cromatici ottenuti per diffrazione, senza alcuna addizione di pigmenti. Tutto ciò solo per incuriosire il pubblico che si spera potrà essere numeroso.

Monday, April 23, 2012

Numero centoundici

Torino, 23 aprile 2012 - Numero centoundici



E ora nelle MAP Crumbs arriva l'anatomia di un telefono. Ricuperata da un video del 2007 girato a Parigi all'Istituto Italiano di Cultura.

Sunday, April 22, 2012

Numero centodieci

Torino, 22 aprile 2012 - Numero centodieci

Finalmente qualcuno si accorge di noi. Le attività di supporto ai corsi di scienze umane sviluppate prima al Cemed (il Centro Museo e Documentazione Storica del Politecnico di Torino) e ora gestite dal MAP trovano un riscontro su Internet.


Sfogliando il Web si trova a Mondadori Eduation un'interessante pagina intitolata Blog, Log-book e Hyperblog, i nuovi scenari digitali dell'università. Ma l'esperienza del corso di Disegno industriale si è allargata al corso di Storia della tecnologia.

Saturday, April 21, 2012

Numero centonove

Torino, 21 aprile 2012 - Numero centonove

A richiesta del pubblico ecco alcuni dei protagonisti di "Ouverture 2012": Sono tre cinematismi delle collezioni del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale che il MAP ha esposto nella mostra. Di fattura tedesca, risalgono alla seconda metà dell'Ottocento, sono stati prodotti dalla Casa costruttrice dei Fratelli Schroeder di Darmstadt, e trovano in Francesco Reuleaux il loro ideatore.



La mostra è stata illustrata su un grande schermo da un mosaico cinematografico “found footage” del videoartista Dimitris Kozaris, con interviste a Marco Casamonti e Vittorio Marchis.

Numero centootto

Torino, 20 aprile 2012 - Numero centootto


Ecco alcune immagini della Mostra "Ouverture 2012" in via Tortona 31, a Milano nell'ambito del "fuori Salone del Mobile". I meccanismi delle nostre collezioni hanno fatto la loro bella figura e sono stati ammirati da tutti. Sul pannello di sfondo è rappresentata una sintesi dell'evoluzione della Meccanica, a partire dalle "macchine semplici",




Thursday, April 19, 2012

Numero centosette

Torino, 19 aprile 2012 - Numero centosette


Nel  novembre del 2007 Vittorio Marchis organizzò una serie di incontri presso l'Istituto Italiano di Cultura di Parigi intitolata
La maison techno-philosophique
Modes de vie et philosophie quotidienne : regards croisés entre la France et l'Italie

dove intorno a un oggetto tecnico si sviluppavano dialoghi tra filosofi e antropologi, tra storici ed economisti. Durante il dialogo, in diretta si svolgeva la dissezione e la ricomposizione di un oggetto quaotidiano. In questo caso un tostapane, ora arrivato sulla decima delle "MAP Crumbs"

Numero centosei

Torino, 18 aprile 2012 - Numero centosei


L'ultima delle MAP Crumbs presenta la Comptometer e insegna a fare con essa addizioni e moltiplicazioni. Uno dei tanti oggetti conservati (in funzionamento perfetto) al Museo del Politecnico di Torino.

Tuesday, April 17, 2012

Numero centocinque

Torino, 17 aprile 2012 - Numero centocinque


Ecco un estratto dall'ultimo numero di "Museologia scientifica"

Molte sono le cose che non si possono comprendere dalla semplice lettura di un libro ma è la conoscenza diretta a renderne possibile il far parte del nostro sapere. E se nel Settecento l’Anatomia finalmente usciva dalle botteghe dei cerusici per entrare come vera scienza nelle Accademie di Medicina e se ancora proprio in quei medesimi anni si cominciava a insinuare un meccanicismo nei processi biologici - e l’Homme Machine di Julien Offroy de La Mettrie ne fu il primo degli scandali - oggi ancor più la nostra conoscenza si deve estendere. Le macchine ci circondano, siamo diventati protesi delle macchine. Cono - scere le macchine significa allora conoscere l’uomo e questa conoscenza non deve interessare solamente i medici o i biomeccanici, ma anche i filosofi e i letterati, i giudici e gli artisti... E allora perché non fare autopsie di questi nuovi nostri organi? Queste furono le premesse e intorno a questa idea nacque il progetto di comunicare la scienza e soprattutto la tecnologia attraverso la scoperta fisica delle macchine e delle loro viscere. Perché nella pancia delle macchine non è nascosto solo il loro funzionamento ma in essa è depositato un passato di storie che si allargano nei contesti più vari e curiosi. E così negli anni a seguire di fronte a classi delle scuole primarie e secondarie, come pure in seminari per dottorandi o futuri giornalisti scientifici si incominciò in sordina ad anatomizzare macchine da scrivere e macchine da cucire, e queste esperienze dimostrarono la forza del comunicare attraverso il contatto diretto con le cose. Quando un giorno di fronte a una classe di quinta elementare un ragazzino Down espresse la sua meraviglia di fronte a una Olivetti Lexikon 80 appena dissezionata di cui non aveva avuto mai prima alcuna esperienza diretta e disse che “era più bella di un computer, perché ... non c’ha la spina e ha dentro la stampante” questa fu la prova del nove che questo nuovo format poteva essere esteso anche al grande pubblico. 

L'immagine è stata ripresa nel teatro anatomico dell'università dagli studi di Torino durante l'Autopsia di un telefono nel novembre del 2008.

Monday, April 16, 2012

Numero centoquattro

Torino, 16 aprile 2012 - Numero centoquattro


Domani, martedì 17 aprile 2012 si inaugura a Milano la mostra "Ouverture 2012 - Design on/off" una mostra dell'aprire/chiudere nel design, negli oggetti di uso comune, nei mobili e in altro ancora.
Questi i "tre atti" della mostra che ha luogo nello SpazioEmporio di via Tortona 31:

  • Il mosaico cinematografico “found footage” del videoartista Dimitris Kozaris che ha esplorato, attraverso episodi e immagini emblematiche che hanno attraversato la storia del cinema (da Metropolis a Sliding Doors), il significato dell’aprire e chiudere una porta, una luce o una cena ma anche un rapporto, così come qualsiasi oggetto o condizione di vita legata all’abitare.
  • La genesi dei componenti e lo studio dei meccanismi che generano il movimento di apertura e chiusura degli oggetti analizzato con un approccio scientifico e con un taglio meccanicoanatomico dal professor Vittorio Marchis, docente di Storia della tecnologia al Politecnico di Torino, e con la "partecipazione straordinaria" di meccanismi storici delle collezioni dell'Ateneo subalpino.
  • “Il teatro delle cose che si aprono e chiudono” ovvero un’ampia rassegna di oggetti e casi studio che hanno segnato la storia del design e con esso, gesti, azioni e comportamenti quotidiani; prodotti industriali o semplici prototipi disegnati dai più affermati nomi della progettazione ma anche da capaci tecnici, espressione dello specifico know-how delle diverse aziende produttrici.
   
Erone di Alessandria, meccanismo per l'apertura automatica delle porte di un tempio

Sunday, April 15, 2012

Numero centotre

Torino, 15 aprile 2012 - Numero centotre


Pochi sanno che l'edificio qui rappresentato nella fotografia fu la sede del Museo Industriale Italiano dal 1865 al 1906 quando unendosi alla Scuola di applicazione per gli ingegneri si trasformò nel Politecnico di Torino, fondato in tale anno. Il complesso, ricco di aule, laboratori e gallerie di collezioni, fu completamente distrutto nella notte tra l'8 e il 9 dicembre dal 1942 da un bombardamento inglese e ora sul luogo, mai ricostruito, sorge (si fa per dire) la piazza Valdo Fusi.

Numero centodue

Torino, 14 aprile 2012 - Numero centodue

"Il Centro interuniversitario per la storia delle università italiane (Cisui) è stato creato nel 1996 da un gruppo di studiosi appartenenti alle Università di Bologna, Padova, Messina e Sassari con l’intento di incrementare le attività di ricerca nel settore della storiografia universitaria. Il Cisui si è proposto, fin dalla sua fondazione, come struttura di coordinamento fra i diversi Istituti e Centri che operano nel settore della storia universitaria presso i vari Atenei.
In questi anni le adesioni sono cresciute ed oggi al Cisui fanno capo gli studiosi di 24 università (Bari, Bologna, Chieti, Ferrara, Macerata, Messina, Milano "Bocconi", Milano Politecnico, Milano Statale, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pisa, Roma "Tor Vergata", Sassari, Scuola Normale Superiore di Pisa, Siena, Siena "Stranieri", Teramo, Torino, Udine, Valle d’Aosta, Verona).
Il Cisui è ospitato presso l’Università di Bologna (Centro di servizi Archivio storico); le sue attività sono coordinate da una Giunta, un Consiglio di gestione ed un Comitato scientifico."

Questo un estratto dalla presentazione del sito, ricco di documenti e memorie on line, soprattutto nei contenuti degli "Annali". Una cosa che stupisce è la mancanza del nostro Ateneo. Il Politecnico di Milano è presente e non manca neppure, oltre all'Università degli studi di Torino, quella della Valle d'Aosta.  Bisogna provvedere...

Saturday, April 14, 2012

Numero centouno

Torino, 13 aprile 2012 - Numero centouno

L'effetto cento ieri ha raddoppiato i lettori che sono passati a 84, ma è davvero poca cosa. Ora bisogna però passare a una definitiva fase operativa che dovrà portare a breve tempo a nuove soluzioni, e cioè:
1. una nuova struttura istituzionale a cui stiamo aspettando ormai da troppo tempo;
2. un riconoscimento formale delle attività del MAP;
3. una nuova sede con nuovi spazi;
4. una più ampia visibilità a livello di Ateneo, a partire dal Web;
5. una ristrutturazione del personale che preveda qualità nei servizi e continuità nel futuro.

Thursday, April 12, 2012

Numero CENTO

Torino, 12 aprile 2012 - Numero CENTO


Per qualsiasi pubblicazione periodica il traguardo del "numero cento" è certamente una meta importante, e ancora di più ciò vale per un'iniziativa che è nata e che si è sviluppata in un clima di incertezza, sia sul piano istituzionale, sia su quello economico. "Daily MAP News" giunge al suo centesimo foglio senza avere speso nulla, ma semplicemente riportando le attività di un "centro" che nonostante tutto ha continuato a funzionare organizzando mostre, aprendo dibattiti, mettendo in rete le informazioni che riguardano in generale un patrimonio storico scientifico che è alla base dei fondamenti culturali della nostra istituzione. Gli apprezzamenti non sono mancati ma la audience, si direbbe oggi in un clima di multimedialità esasperata, rimane bassa anche se - e con un pizzico di ironia - lo share riamane alto perché nel nostro Ateneo, e in generale nel panorama degli atenei italiani, questa newsletter non ha ancora concorrenti. Poco ci importa vincere una gara in cui siamo gli unici partecipanti e le statistiche degli afflussi a questo blog non sono di certo rassicuranti. Verrebbe da dire che in generale pochissimi tra docenti, non docenti, ricercatori e studenti spendono qualche frazione del loro prezioso tempo per curiosare i post di "Daily MAP News", perché i parametri di valutazione di ciò che si fa al Poli premiano certamente solo chi riesce a guadagnare punti (e soldi) nelle varie classifiche (o raccolte premio) certificate dai vari ANVUR, CIVR, CNVSU eccetera eccetera. 


Molte sarebbero le proposte, molte sono le idee, ma ora penso che una sola basti. Perché non certifichiamo "Daily MAP News" come pubblicazione scientifica inseribile a tutti gli effetti nel carnet di ciascun ricercatore ? Nel passato del Politecnico di Torino vi furono il "Bollettino CID" poi trasformato in "Bollettino CIDEM" quando si inserì l'attività del Museo. In seguito vi fu la breve stagione del bimensile "Linee" diretto da chi qui scrive queste poche parole.  Se "Daily MAP News" diventasse un membro delle "Transactions" che affollano le liste delle varie congreghe accademiche - e non vi sarebbe difficoltà alcuna a dotarla di un accreditato international committee - stiamo pur certi che il pubblico (attivo e passivo) sarebbe assai più numeroso. Ma, cosa che sarebbe ancora più importante, si farebbe finalmente "cultura", quella cultura disinteressata e non legata agli indici economici, una cultura che sono certo avrà lunga vita.
In attesa quindi di una risposta da parte dei colleghi responsabili degli organi di valutazione della ricerca (e della qualità della medesima) non posso far altro che ringraziare i 41 lettori di ieri.

dai locali del MAP, in un cortile di via Giovanni Cavalli 22/H
Vittorio Marchis

Wednesday, April 11, 2012

Numero novantanove

Torino, 11 aprile 2012 - Numero novantanove

In attesa del "numero cento" molte sarebbero le cose da dire, anche perché per "fare" sarebbe necessario "conoscere" la sorte di quello che fu il Cemed. In ogni caso, per non indulgere a pessimismi inutili, ecco alcune immagini su cui meditare. Le didascalie per ovvi motivi si omettono.





Tuesday, April 10, 2012

Numero novantotto

Torino, 10 aprile 2012 - Numero novantotto



Chissà che a breve non ci tocchi esporre gli oggetti del nostro Centro direttamente nei container dove sono conservati attualmente, realizzando una struttura simile a quella del negozio della Freitag di Zurigo. Le borse, i borsoni, le tracolla bag e gli accessori per uomo e donna, realizzati utilizzando materiali riciclati come teloni dei camion, cinture di sicurezza, airbag scoppiati e camere d'aria allo scopo di proteggere progetti e documenti dalle intemperie durante gli spostamenti, nascono nel 1993 proprio qui a Zurigo dall'idea dei due fratelli Freitag per poi diffondersi in tutto il mondo: oggi nella loro città d’origine fanno bella mostra di sé dentro una pila di container con belvedere in cima. (Olivia Musso)

Saturday, April 7, 2012

Numero novantasette

Torino, 8 aprile 2012 - Numero novantasette

Buona Pasqua a tutti i lettori di "Daily MAP News"

domani anche "Daily MAP News" come gli altri quotidiani non esce.

Numero novantasei

Torino, 7 aprile 2012 - Numero novantasei

Probabilmente è un destino comune, ma anche al Politecnico di Milano la memoria storica non trova molto spazio. Cercando su Internet si trova soltanto qualche cenno sulla storia dell'istituzione e sulle sedi storiche. Dove siano finite le collezioni degli strumenti elettrici ricuperate dal professor Andrea Silvestri, che nel 2007 curò un numero degli Annali di Storia delle Università Italiane, non è dato di sapere ai comuni mortali, che consultano il Web. Si accettano consigli e suggerimenti.

Numero novantacinque

Torino, 6 aprile 2012 - Numero novantacinque

Finalmente sono usciti i nomi dello staff del nuovo Rettore: prorettore e vicerettori. A tutti un augurio di buon lavoro. E ora una piccola considerazione. Nel Gattopardo si affermava che nel nostro Risorgimento in Sicilia "si cambiava tutto per non cambiare niente". Qui sembra che nulla sia cambiato rispetto al passato. E allora c'è davvero da sperare che qualcosa cambi. E il Museo del Politecnico ha davvero bisogno di un radicale rinnovamento. Vedremo.

Wednesday, April 4, 2012

Numero novantaquattro

Torino, 5 aprile 2012 - Numero novantaquattro
Gli oggetti delle collezioni del MAP sono richiesti per mostre nazionali e internazioni; in particolare: 
  • i modelli per la gallerie del vento delle architetture di Nervi (St. Mary’s Cathedral di San Francisco e Norfolk Scope Arena di Norfolk, Virginia) sono stati esposti al CIVA di Bruxelles dal 3 giugno all’8 agosto 2010 nella mostra “Pier Luigi Nervi”, al MAXXI di Roma dal 14 dicembre 2010 al 20 marzo 2011 nella mostra “Pier Luigi Nervi. Architettua come sfida. Roma: Ingegno e costruzione”, a Torino presso il Palazzo delle Esposizioni dal 29 aprile 2011 al 31 gennaio 2012 nella mostra “Pier Luigi Nervi. Architettua come sfida”; prossimamente saranno visibili a Berlino, negli spazi espositivi della Technische Universitaet e dell'Universitaet der Kuenste, da gennaio a inizi di marzo del 2012 e a Mendrisio negli spazi espositivi dell'Accademia di Architettura, da aprile a giugno 2012; • la seconda perforatrice pneumatica di G. Sommeiller è in prestito alla mostra “140 anni del traforo ferroviario del Fréjus” presso il Palazzo delle Feste di Bardonecchia (TO) dal dicembre 2011 al marzo 2012; 
  • la Divisumma 24 Olivetti, il gioco Georello della Quercetti, il telefono mod. 323 di Telecom, una lampadina con filamento in carbonio, un cavo telefonico, la M1 Olivetti, una pala del rotore di coda di un elicottero, un cristallo scintillatore, la P101 Olivetti, un microprocessore, un nodo di longherone del velivolo S55, un contatore elettrico dell’Enel sono stati prestati per la mostra “150 di genio italiano” a Genova presso il Palazzo della Borsa dal 21 ottobre al 1 novembre 2011; la mostra con i medesimi oggetti è stata replicata a New York presso l’Istituto Italiano di Cultura col titolo “150 Years of Italian Genius” dal 15 dicembre 2011 al 27 gennaio 2012; 
  • il modello del ponte Mosca sul fiume Dora a Torino (1885), il modello di una mezza arcata dello stesso ponte (1885), il modello del ponte sul Po a monte del Castello del Valentino (1883), il modello di un’armatura per una galleria (1870 ca.), il modello di armatura per la costruzione di una galleria (1880ca.), il modello di un ponte di scarico per il trasporto delle terre con vagoncini (1870ca.), il modello di una galleria in costruzione di strade ferrate (1870 ca.) e la prima perforatrice pneumatica di G. Sommeiller (1861) esposti alla mostra “Macchine Invenzioni Scoperte, Scienza e tecnica a Torino e in Piemonte tra ‘800 e ‘900” dal 29 gennaio al 19 febbraio 2012 presso l’Ecomuseo del Freidano di Settimo Torinese e dal 6 marzo al 20 maggio 2012 a Torino presso lo showroom Iveco; 
  • la Programma 101 Olivetti, il VIC 20 Commodore, il PPC 640 Amstrad, l’N-Cube e lo ZX Spectrum Sinclair per l’evento di riaccensione dell’Apple-1 del 10 maggio 2011; • il Motore FIAT S76 A è in partenza per la mostra “Bulloni & farfalle 150 anni di ambiente in Piemonte” presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino; 
  • saranno esposti a breve nella mostra “Ouverture 2012”, che avrà luogo a Milano dal 17 al 22 aprile presso Emporio 31 in via Tortona 31 in occasione di Tortona Design Week 2012, 10 cinematismi provenienti dalle nostre collezioni storiche.(Olivia Musso)

Numero novantatre

Torino, 4 aprile 2012 - Numero novantatre




Tra gli oggetti esposti in occasione della mostra “Dentro & Fuori”, conclusasi lo scorso dicembre negli spazi espositivi di Ateneo, figurava il Supertester 680G prodotto dalla ICE di Milano. Grazie alle sue doti di versatilità, alle sue innumerevoli prestazioni e al minimo ingombro, il tester è da sempre il compagno ideale del tecnico nel settore elettrotecnico, radiotecnico ed elettronico. Se è lecito fare un paragone, il tester sta al tecnico elettrico come il coltellino multifunzione sta al militare elvetico. Nel manuale di istruzioni allegato al tester si può leggere: “Infatti siamo sicuri di non peccare di presunzione assicurandoVi che questo Supertester 680G è un vero gioiello della tecnica più progredita frutto di moltissimi anni di specifica esperienza in questo ramo, e di innumerevoli prove e studi eseguiti oltre che nei nostri laboratori anche in quelli delle più grandi industrie elettroniche e chimiche di tutto il mondo.”. (Gianfranco Albis)

Monday, April 2, 2012

Numero novantadue

Torino, 3 aprile 2012 - Numero novantadue

Sabato 24 marzo presso la Biblioteca comunale “A. Fracchia” di Ozzano Monferrato (AL) è stato presentato al pubblico il libro dell’Associazione OperO, L’industria della calce e del cemento in Ozzano, in cui vengono analizzati i fattori di sviluppo che hanno concorso all’insediamento dell’industria cementifera nel contesto di un Comune, come quello di Ozzano, a vocazione prettamente agricola. A conclusione del testo viene descritto quanto rimane sul territorio legato a tale industria (ingressi di gallerie, stabilimenti, teleferiche, pozzoni di risalita, …), nell’ottica della salvaguardia della memoria storica e del recupero ambientale con finalità di valorizzazione turistico-economica.
Il testo è ripartito in sette capitoli:
- La Marna - La materia prima nella sua collocazione geologica e nella sua struttura chimica
- Il Cavatore  - Il lavoro nella miniera, elemento innovativo nella società patriarcale contadina
- La Galleria  - L’elemento che ha permesso il passaggio della produzione di calce e cemento da un fase artigianale a quella industriale
- La Ferrovia  - Il trasporto della marna e del cemento quale indice di produttività nel sottosuolo e in superficie
- La Fornace  - La sintesi del processo di lavorazione della marna. Dai brevetti dei forni all’evoluzione strutturale dello stabilimento cementiero
- Il Cementiere - Ozzano Monferrato, un territorio per i pionieri dell’industria cementiera italiana. I Sosso, la Società Anonima, l'Italcementi
- Archeologia Industriale  - Lo studio condotto dal Politecnico di Torino attraverso cui sono stati censiti, catalogati e valutati i siti di Archeologia Industriale presenti sul territorio di Ozzano Monferrato.

Il libro, ampiamente citato dalla stampa locale,  ha carattere divulgativo ed è stato realizzato con lo scopo di suscitare l’interesse degli studiosi al fine di promuovere e realizzare ricerche più dettagliate in merito a questo interessante esempio di sviluppo industriale; fornisce inoltre una ricca e particolareggiata sezione di fondi bibliografiche e archivistiche.
L’Associazione OperO - Opero per Ozzano- Onlus, nei sui intenti statutari, si prefigge proprio la tutela, la promozione e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico che caratterizza Ozzano.
(Olivia Musso)

Numero novantuno

Torino, 2 aprile 2012 - Numero novantuno


Oggi, a "Fahrenheit", trasmissione radiofonica su Rai Radio 3, è andata in onda un'ampia intervista con Andrea Carandini dal titolo Il nuovo dell'Italia è nel passato.
"In una Pompei che si sbriciola, immagine e metafora di più ampi sgretolamenti e distruzioni, tra italiani che non conoscono nemmeno la grammatica del nostro contesto vitale, del linguaggio dei paesaggi: città, campagne, periferie, villaggi, architetture, Andrea Carandini, professore emerito di Archeologia e Storia dell'arte greca e romana all'università La Sapienza, torna a scommettere sui beni culturali: il nostro paesaggio sono gli avi, siamo noi, è il futuro dei nostri figli."
E anche in questi tempi difficili, afferma l'illustre archeologo, è necessario che il governo dia un segnale forte intorno a quella che vuole essere la sua "filosofia" nei confronti della cultura. Una cultura che si deve raffrontare con un contesto sociale diverso da quello di un tempo, forse meno elitaria ma più attenta ai contesti. E ancora una volta, tra le righe, emergomo le gravi carenze soprattutto nei confronti dei musei delle culture materiali e dei musei delle scienze. Quando mai l'Italia potrà essere messa a confronto con la Francia, la Germania e l'inghilterra?

Numero novanta

E' il primo di aprile e "Daily MAP News" è arrivato senza scherzi al numero novanta!

Oggi si fa vacanza.