Torino, 23 febbraio 2012 - Numero cinquantaquattro
Su "Il Sole 24 Ore - Domenica" del 19 febbraio scorso è stato pubblicato un "manifesto per una costituente che riattivi il circolo virtuoso tra conoscenza, ricerca, arte, tutela e occupazione". Il titolo Niente cultura, niente sviluppo esprime assolutamente una verità da tenere presente, soprattutto per chi opera nei "luoghi della cultura". Al quarto punto si può leggere:
È importante anche che l'azione pubblica contribuisca a radicare a tutti i livelli educativi, dalle elementari all'università, lo studio dell'arte e della storia per rendere i giovani i custodi del nostro patrimonio, e per poter fare in modo che essi ne traggano alimento per la creatività del futuro. Per studio dell'arte si intende l'acquisizione di pratiche creative e non solo lo studio della storia dell'arte. Ciò non significa rinunciare alla cultura scientifica, che anzi deve essere incrementata e deve essere considerata, in forza del suo costitutivo antidogmatismo, un veicolo prezioso dei valori di fondo che contribuiscono a formare cittadini e consumatori dotati di spitito critico e aperto. La dicotomia tra cultura umanistica e scientifica si è rivelata infondata proprio grazie a una serie di studi cognitivi che dimostrano che i ragazzi impegnati in attività creative e artistiche sono anche i più dotati in ambito scientifico.
Tutto ciò deve sempre più diventare lo spirito animatore del progetto MAP, dove le arti e la memoria storica trovano la loro naturale collocazione all'interno del Politecnico.
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