Laurea in Ingegneria civile, 1902
L’ingegnere Miro Gamba ha ripreso la sua posizione: e questa lodevolissima pertinacia del miglior scienziato dei pesi vuole un encomio speciale: noi vorremmo che tutti i moderni pesisti si modellassero su questo magnifico esempio di grande forza naturale, accoppiata ad uno studio e ad un entusiasmo che oggidì raramente è dato riscontrare. La sua vittoria incontrastata nei medi, ad una notevole distanza da Ferrara, indica esaurientemente la forma del Gamba.
"Gazzetta dello Sport", 21 dicembre 1914
Lo sport non è del tutto assente nella storia del Politecnico di Torino: Miro Gamba studente e successivamente docente al Politecnico, fu anche un grande campione. Completato il biennio di Fisica e Matematica all’Università di Pavia, si trasferì a Torino per iscriversi alla Scuola di applicazione per gl’ingegneri, dove conseguì la laurea in Ingegneria civile. Diventerà subito assistente di Macchine tecniche e Scienza delle costruzioni, ottenendo l’insegnamento di Materiale ferroviario nel 1906. Le cronache sportive cominciarono a occuparsi di Miro Gamba quando, nel 1901, conseguì una netta vittoria al secondo campionato piemontese di sollevamento pesi, dove il campione uscente era un altro ingegnere, Silvio Brigatti.
Dotato di una straordinaria forza fisica, nonostante la conformazione da normotipo, Gamba si dedicò all’atletica “pesante”: fu sette volte campione piemontese di sollevamento pesi, miglior peso medio europeo (1903-05), miglior sollevatore italiano (1907-10) e miglior peso medio italiano (1913-14), autore di diversi primati italiani ed europei, giudice di gara e dirigente federale, nonché nuotatore infaticabile.
Nel 1914 ottenne la libera docenza in Strade ferrate e nel corso della sua carriera accademica resse anche le cattedre di Macchine termiche, Tecnologia meccanica, Organizzazione tecnica delle industrie, Tecnica ed economia dei trasporti e Tecnologie speciali aeronautiche.
Prestato servizio come ufficiale di complemento presso l’aeronautica nella I Guerra Mondiale, Gamba ebbe molteplici attività: realizzò una scuola per motoristi e diresse alcuni complessi industriali. Negli anni Venti progettò lo Stadio Filadelfia di Torino (1926), voluto dal Conte Enrico Marone di Cinzano.
Raggiunta l’età pensionabile, proseguì l’attività di ricerca come direttore dell’officina Meccanica del Politecnico fino alla malattia, che lo afflisse per tre anni prima della scomparsa. (Olivia Musso)