Friday, February 10, 2012

Numero quarantuno

Torino, 10 febbraio 2012 - Numero quarantuno

Si diceva centoundici anni fa...

È stato detto con ragione che il disegno è la lingua universale dell'ingegnere. Perciò non sarà mai abbastanza raccomandato all'allievo di dedicarsi a questo esercizio con molta assiduità. Disegnando egli completerà le sue cognizioni acquistate nelle lezioni orali, egli potrà esaminare accuratamente i singoli casi particolari, e constatare la regolarità dei movimenti dei vari meccanismi. Solo in tal modo potrà acquistare una perfetta conoscenza teorica delle macchine. A ciò è indispensabile aggiungere le cognizioni pratiche, mediante l'osservazione e l'accurato esame delle effettive macchine, che i professori dovranno continuamente mostrare, facendone notare il loro funzionamento.
E per viemmeglio iniziare l'allievo nelle quistioni pratiche riflettenti le macchine, la Scuola deve avere a sua disposizione un laboratorio di meccanica sperimentale, per eseguire le prove sulla resistenza dei materiali, per le ricerche sul rendimento utile delle macchine, per nuovi studi sopra varie quistioni importanti non ancora completamente risolte. In tali laboratori l'allievo acquista inoltre la perizia necessaria nel maneggio, nell'aggiustamento, nella montatura delle macchine, onde non abbia poi a trovarsi a disagio, e quasi in un mondo nuovo per lui, nelle vere officine meccaniche, o umiliato davanti ad esperti operai. Gli esperimenti fatti nel laboratorio di meccanica, dietro la sapiente direzione del professore, debbono servire a meglio chiarire e confermare le teorie svolte nelle lezioni orali. Epperò questi esperimenti debbono procedere parallelamente e coordinatamente ai corsi, debbono farsi di volta in volta per tutto l'anno scolastico a seconda del bisogno. Questi laboratori servono anche a perfezionare e stimolare i Professori a fare nuove ricerche, e possono essere di un grande vantaggio anche agli industriali che desiderassero esperimentare qualche loro trovato, e contribuire così ai miglioramenti delle industrie. L'importanza di questi laboratori è stata oramai riconosciuta da tutte le Scuole degli ingegneri del mondo. [...]
Bisogna procurare che il giovine ingegnere porti nelle industrie le cognizioni apprese nella scuola, e non aspettare che egli impari quando sarà nelle industrie. Sarebbe anche opportuno che le materie principali fossero trattate nelle varie sezioni con indirizzi differenti, cioè estesamente, o per sommi capi, secondo lo scopo che si vorrebbe raggiungere. Nella educazione dell'ingegnere si dovrebbe avere riguardo al principio d'insegnare con molta ampiezza ciò che deve formare la sua specialità, e con sole vedute generali le altre scienze, onde esso venga a conoscere i rapporti che tale specialità ha con tutti gli altri rami dell'ingegneria. [...]
La scuola degli ingegneri bene organizzata deve dare agli allievi una estesa ed elevata coltura generale; deve insegnargli non solo i migliori procedimenti tecnici, ma anche indirizzarli alle vaste vedute sociali, agli scopi finali che voglionsi raggiungere cogli studi tecnici, cioè: il benessere delle popolazioni e la ricchezza delle Nazioni; deve vivificare l'insegnamento tecnico con la conoscenza di tutto quanto ha rapporto alla vita ed alle condizioni economiche dei popoli. La scuola non ha solo da preparare i futuri ingegneri, ma uomini che sappiano far progredire le industrie, per la grandezza della Nazione, affinchè essa possa tenere degnamente il suo rango fra le altre Nazioni.

(da: Le scuole degli ingegneri e la loro influenza nell'opera dell'incivilimento umano, Discorso dell'Ing. Cav. Domenico TESSARI, Professore di Cinematica applicata alle macchine, per l’inaugurazione dell’anno accademico 1900-1901 del Regio Museo Industriale Italiano)

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