Wednesday, February 1, 2012

Numero trentadue

Torino, 1° febbraio 2012 - Numero trentadue

Digitalis Mnemonica MAPensis M.

E’ un arbusto ramificato actinomorfo appartenente alla famiglia delle Memoriacee. La pianta raggiunge un’altezza di circa un metro, ha caratteristiche eliofile, ma una sua prolungata esposizione al sole può deteriorarne la struttura. Non presenta un tessuto meristemale di tipo tradizionale, e cresce su terreni ricchi di ferro ai quali è “saldamente” ancorata, memori di processi alla Martin-Siemens, ma anche alla Bessemer oppure alla Thomas. Il fusto aereo, eretto, si presenta, negli esemplari giovani, di colore grigio, con lucentezza metallica e con epitelio “filettato”. Negli esemplari adulti, a causa di fenomeni ossidativi, il colore del fusto tende a diventare scuro, rosso-brunastro, quasi “rugginoso”. Le foglie verticellate, bifacciali, prive di picciolo, di forma rettangolare, senza nervature, si presentano con spessore considerevole e con margine liscio. La faccia adassiale e quella abassiale presentano sostanziali differenze morfologiche, colorazione scura e consistenza coriacea. Sulla faccia abassiale è presente un alveolo circolare in cui si alloca il frutto nastriforme, flessibile, avvolto in spire ben serrate, con lunghezza di alcune centinaia di metri. Ricco di polietilentereftalato, ossido ferrico e biossido di cromo, in passato era particolarmente ricercato per la sua funzione mnestica. Varietà già ampiamente coltivata e utilizzata, a causa degli alti costi di coltivazione è stata ora completamente abbandonata e dismessa a favore di nuovi esemplari succedanei di sintesi. Dopo lunghe ricerche, scoperta negli anfratti di ambienti dismessi, la Digitalis menomica mapensis M. - così chiamata dal suo scopritore Vittorio Marchis che ha voluto associarla a un nome da un lato memore della sua passata funzione e dall’altro legato al suo attuale ambiente protetto - è stata riportata a nuova vita con una operazione che solo gli strumenti della trasfigurazione artistica ne hanno permesso, si spera, la perpetuazione della specie. (Scheda politecnobotanica redatta da Gianfranco Albis, nel dicembre 2011)


La Digitalis Mnemonica nella "grand cour" del Politecnico, oggi.

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