Torino, 18 gennaio 2012 - Numero diciassette
"Le macchine che contano" – proprio per la loro natura di machinae, ovvero artefatti destinati a cambiare l’ordine delle cose – sono l’oggetto di un percorso ch prende il via dall’uso dei sassi come unità naturali per contare e, lungo secoli di innovazioni tecniche, ci accompagna attraverso le invenzioni di Blaise Pascal fino agli attuali personal computer, ai telefoni cellulari, alle consolle di videogiochi e ogni marchingegno in gradi di compiere operazioni di calcolo numerico e molto altro che ha a che fare con l’atto del contare. Dal contachilometri Veglia Borletti (1975) all’abaco cinese (1990), dall’addizionatrice Comptometer Felt and Tarrant Manufacturing (1914) al contatore dell’energia elettrica delle Officine Galileo (1920), dall’home computer Vic 20 (1980) al personal computer Apple IIe (1983), dal registratore di cassa RIV (1935) al personal computer Prodest PC 1 (1987), dalla calcolatrice programmabile TI-59 (1977) al telefono cellulare Nokia 8210 (1999) tanto per citare alcune delle macchine protagoniste di una mostra inaugurata dal Centro Museo e Documentazione Storica a novembre 2009 nelle vetrine dei corridoi del Politecnico. Tutti questi oggetti alla base della nostra tecnologia attuale hanno suscitato il vivo interesse degli studenti, che a centinaia sono passati davanti alle teche e si sono soffermati a osservare questi pezzi di “archeologia dei numeri”. (Olivia Musso)
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