Torino, 16 gennaio 2012 - Numero quindici
Ancora un documento datato 2008 a testimonianza dei progetti, sviluppati e purtroppo sinora non ancora realizzati, da parte del CEMED del Politecnico di Torino.
PROGETTO L’OfT (L'Officina Torinese)
Giugno 2008
a cura di Vittorio Marchis
La prospettiva di collocare in un edificio industriale le consistenze materiali dei reperti tecnologici e industriali, al fine di creare uno spazio espositivo e comunicativo della “memoria della Torino delle macchine” vede il Centro Museo e Documentazione Storica del Politecnico di Torino favorevole alla costituzione di un “polo”, il quale, potrà risolvere in primis i gravi problemi “di archiviazione e di spazi” dei propri materiali e delle proprie macchine. Ma non solo, perché ormai sono molteplici le esigenze di privati e di imprese che, mutate le proprie attività, intendono affidare a un’istituzione la propria memoria materiale, fatta di macchine, di modelli e di prodotti.
Il L’OfT non è un “museo” perché non conserva passivamente la memoria del passato, ma piuttosto ripropone il passato come chiave per interpretare il presente e per progettare il futuro.
Il L’OfT non è un “magazzino” perché i materiali in esso conservati si mettono a disposizione del pubblico come i libri di una biblioteca o come i documenti di un archivio.
Il L’OfT non è una “scuola” perché non si propone come centro di istruzione ma come luogo di partecipazione attiva di un pubblico eterogeneo, e non specificamente scolarizzato.
Il L’OfT non è un “teatro” nel senso tradizionale perché in esso le “macchine” e le “cose” sono i veri attori delle rappresentazioni che le coinvolgono.
Il L’OfT non è una “galleria” dove si espongono temporaneamente degli oggetti, ma piuttosto una “strada” dove si possono incontrare i protagonisti dei contesti industriali e tecnologici della “Torino delle macchine”.
In una prima idea progettuale, si dovrebbero prevedere, a fianco delle “cantine”, dove si depositano in riserve accessibili e consultabili le scritture materiali della “Torino delle macchine”, anche un “teatro delle macchine” (con una capienza di 150 posti, per le attività pubbliche e di spettacolarizzazione), una “passerella” (eventualmente strutturata anche su più piani per la esposizione temporanea dei reperti) e una “officina” (per il il restauro e la gestione dei materiali). Il L’OfT potrà essere vero crocevia di culture e saperi, dalle tecniche alle filosofie.
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