Torino, 23 gennaio 2012 - Numero ventitré
John Napier, Edmund Gunter, William Oughtred, John Robertson, Amédée Mannheim: sono alcuni dei personaggi che hanno segnato la nascita, lo sviluppo e la diffusione del regolo calcolatore logaritmico. Una storia che comincia nel 1614 e si conclude a metà degli Anni ’70 del secolo scorso con l’avvento delle prime calcolatrici elettroniche. Fino a quel momento i regoli calcolatori erano gli unici, incontrastati, strumenti di calcolo scientifico esistenti. Negli spazi espositivi di Ateneo, il Centro Museo e Documentazione Storica ha voluto dedicare un doveroso tributo a questo strumento di calcolo organizzando una mostra che si è conclusa a dicembre 2010. Il catalogo della mostra, dal titolo “Slide Rule, il regolo calcolatore nell’era del calcolo analogico”, è disponibile presso le Edizioni Nautilus, Torino. Nell’organizzare la mostra si è scelto di prendere in considerazione la produzione più significativa dei fabbricanti più importanti e famosi quali Faber-Castell, Nestler, Pickett e Aristo. Lineari, circolari oppure cilindrici; in legno, alluminio o plastica: materiali e forme differenti per testimoniare l’evoluzione tecnica e tecnologica di un oggetto ormai consegnato all’oblio. Una quarantina di pezzi con dimensioni variabili da poco più di 10 cm fino al metro e mezzo. E poi ancora libri e manuali, a partire dal famoso trattato compilato da Quintino Sella nel 1859 il cui travolgente successo generò l’erronea convinzione che il regolo calcolatore fosse stato inventato proprio in quell’anno.
Il regolo calcolatore è esente dagli attacchi virali informatici che funestano i moderni calcolatori elettronici. Ancora più stupefacente è il fatto che continui a funzionare senza bisogno di alcuna batteria. Resta solamente il dubbio di quanti, fra i molti che hanno visitato la mostra, siano ancora in grado di usare questo stupendo strumento di calcolo. (Gianfranco Albis)
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